Dal sito del Comune di Palermo
Riportiamo un articolo pubblicato sul sito del Comune di Palermo il 12 ottobre 2019 al riguardo di un’attività che vede La Linea della Palma tra i partner di progetto
“Presentato il “Programma speciale per l’istruzione e la formazione negli Istituti Penitenziari e nei Servizi Minorili della Giustizia”, che prende a cuore il reinserimento nella società dei giovani che scontano una pena, attraverso l’istruzione e la formazione, tenendo conto dei loro contesti sociali.
Nella Sala Padre Pino Puglisi del Centro di Giustizia, grande attenzione da parte di tutti i presenti rivolta al progetto che nasce a seguito di un protocollo sottoscritto tra USSM, dall’Istituto Penale per i Minorenni (IPM) di Palermo, dall’Ufficio Scolastico Regionale per la Sicilia (USR), dal Centro Permanente Istruzione Adulti (CPIA) Palermo 1, dal Centro Permanente Istruzione Adulti (CPIA) Palermo 2, dal Comune di Palermo – Assessorato Politiche giovanili, Scuola, Lavoro Salute, da La linea della Palma – Agenzia per il Lavoro, dall’Associazione “Inventare Insieme” (onlus)”, dall’Associazione Centro Studi Opera Don Calabria, da Al Azis Cooperativa Sociale Onlus, dalla UISP Unione Italiana Sport per tutti e dal CIRPE Centro Iniziative Ricerche Programmazione Economica.
L’obiettivo principale dell’accordo è il reinserimento sociale dei giovani adulti dai 16 ai 25 anni sottoposti a procedimenti penali. Presenti per la parte istituzionale, il dottore Valenti dell’Assessorato regionale istruzione e formazione professionale, la dottoressa Salierno dell’ufficio distrettuale esecuzione penale esterna di Catania, il dottore Massimo Russo della Procura della repubblica presso il tribunale dei minori, la dottoressa Gallo del Centro Giustizia Minorile, il dottore Adragna della Prefettura di Palermo, l’assessore comunale alle politiche sociali Mattina e l’assessore comunale all’istruzione Marano, il dottore Gentile Responsabile ufficio dispersione scolastica dellUSR, I dirigenti scolastici del CPIA Palermo 1 e CPIA Palermo 2 della scuola Mattarella Bonagia, il direttore generale del Cirpe Gaetano Calà e Francesco Piro responsabile dell’Associazione Centro studi Opera Don Calabria.
Durante l’incontro, la dottoressa Gallo ha sottolineato l’importanza della costruzione di un sistema integrato che, non solo prende in carico il minore colpito da un provvedimento penale accompagnandolo nelle sue scelte di acquisizione di competenze, dando così possibilita’ concrete di inserimento lavorativo e sociale e favorirne una crescita che lo renda consapevole e attore delle sue scelte. La dottoressa Salierno ha presentato i diversi steps del progetto che vedono la presa in carico del minore da parte di una Equipe di orientamento e che vanno dalla definizione del patto formativo individualizzato all’attività di sostegno e accompagnamento, attraverso il tutoraggio, nei percorsi di istruzione e formazione professionale, sia in area penale interna che esterna del settore minorile attraverso un sistema di collegamento tra scuola-formazione-impresa per agevolare l’inserimento nel mondo del lavoro.
Sottolinea la dottoressa Salerno come il progetto sia espressione di un cambiamento di cultura organizzativa, non più una cultura autoreferente ripiegata su se stessa, ma flessibile e aperta alle sinergie del privato sociale. Gli enti di formazione, infatti di concerto con le istituzioni pubbliche sono in grado di dare un apporto qualificato ai ragazzi per favorire l’acquisizione ed il recupero di abilità e competenze individuali attraverso sia percorsi di formazione che stage e tirocini.
Continua la dottoressa Salerno che il dossier del candidato, nel quale verranno riportati i percorsi, le esperienze formative e i risultati raggiunti in termini di acquisizione di competenze e abilità lavorative del minore, unitamente al certificato di competenze acquisite, saranno un valido strumento per il reinserimento sociale e lavorativo del giovane. Anche l’assessore Marano ha posto l’accento su sinergie tra forze sociali per garantire e rendere concreto il diritto alla formazione e la possibilità di reinserimento sociale per tutti i minori o giovani adulti con procedimenti penali o a rischio di devianza. Il dottore Russo ha messo in risalto come questo progetto si inserisce pienamente nell’ottica della pena intesa come rieducazione e riabilitazione, il carcere visto non più come luogo di espiazione della pena e punizione, ma come luogo di crescita, di formazione e orientamento dove si impara un mestiere che gli consentirà un reinserimento sociale.
Il dottore Gentile ha messo in evidenza che per contrastare la dispersione scolastica fondamentale è la sinergia tra diverse istituzioni e la personalizzazione dei percorsi formativi. Il dottore Gentile, nel presentare i dati sulla dispersione scolastica sottolinea che, se da un lato si è registrato negli ultimi anni una netta diminuzione del tasso di dispersione scolastica relativamente alla scuola primaria e secondaria di primo grado, dall’altro resta ancora alto il tasso di dispersione a partire dalla scuola secondaria di secondo grado, ed è proprio lì che bisogna intervenire, individuando, come strumenti di lotta alla dispersione, la personalizzazione dei percorsi formativi e la sinergie di lavoro sociale psicologico e pedagogico, elementi caratterizzanti delle azioni che il sistema integrato appena istituito prevede.
Di seguito gli interventi dei dirigenti scolastici dei CPIA Palermo 1 e Palermo 2 come soggetti attivi del progetto, e del dottore Calà che mette in evidenza il ruolo degli enti di formazione che lavorano con i ragazzi con forte svantaggio culturale e in dispersione scolastica, intendendo per dispersione non soltanto quella esplicita, cioè dei ragazzi che abbandonano i percorsi ma anche di quella implicita, cioè di quei ragazzi che hanno acquisito un livello di competenza e conoscenza talmente basso da non consentire loro di affrontare il mercato del lavoro. Il dottore Calà, con la sua esperienza pluriennale nell’ambito della formazione sottolinea come questo progetto risponde appieno alla necessità di un sistema che sappia valorizzare le capacità individuali di questi ragazzi, promuovendo così un reinserimento sociale e lavorativo”.